A volte i numeri aiutano a comprendere meglio il valore di quanto si può risparmiare, non sprecando, con l’oculata gestione delle risorse. Si tratta di prestare la massima attenzione alla razionalizzazione della spesa pubblica regionale attraverso l’analisi dei report, rivedendo la programmazione anche sulle piccole – ma importanti – riduzioni di sprechi.
Osserviamo gli ultimi dati ricevuti sul recupero dei medicinali, relativi alle annualità 2019 e 2020. Si nota un notevole aumento dal 2015 al 2019: si passa da 8.691 a 43.126 confezioni. Numeri che in termini economici significano 301.998 € nel 2015 e 1.191.855 € nel 2019. La frenata del 2020 è stata segnata dall’emergenza Covid, che ha ridotto notevolmente il numero di confezioni e, conseguentemente, il valore economico complessivo recuperato.
Sono confortanti i dati sull’attività di riutilizzo dei medicinali: nel 2019 vi è stato un aumento del 55% del numero di confezioni riutilizzate rispetto all’anno precedente, e anche il valore economico è cresciuto. L’emergenza pandemica ha portato a un calo dei numeri nel 2020, anche se il deficit economico è rimasto piuttosto contenuto (-7%).
Con la Legge del 2011 “a sostegno della solidarietà, del contenimento della spesa pubblica e della tutela della salute”, la Regione si è dotata di una disciplina che regolamenta il recupero, la restituzione e la donazione finalizzata all’utilizzo dei medicinali non scaduti da parte di strutture pubbliche e organizzazioni senza scopo di lucro aventi finalità umanitarie e di assistenza sanitaria.
È chiaro l’intento di regolare un corretto recupero e riutilizzo di medicinali non più necessari e ancora in corso di validità, che siano correttamente conservati e in confezioni integre, provenienti da ospiti delle residenze sanitarie assistenziali (RSA), da famiglie che hanno ricevuto assistenza domiciliare e assistenza domiciliare integrata. I medicinali possono essere donati a organizzazioni non lucrative aventi finalità di assistenza sanitaria riconosciute dalla Regione, le quali provvedono direttamente al loro riutilizzo. Le confezioni di altri detentori, poi, possono essere consegnate ai punti di raccolta, che provvederanno alla redistribuzione. Qui (clicca) i principali punti di raccolta dell’ULSS 2 Marca Trevigiana.
Le caratteristiche dei farmaci recuperabili
Per poter essere riutilizzati, i medicinali devono:
- essere in confezione integra
- conservati secondo le indicazioni del produttore (temperatura, luce, umidità)
- l’indicazione del lotto e della scadenza devono essere visibili
- essere dotati del foglietto illustrativo
- con scadenza non inferiore agli 8 mesi, se destinati al riutilizzo da parte di organizzazioni non lucrative.
Considerata l’impossibilità di garantire la catena del freddo, sono esclusi dall’attività di riutilizzo le tipologie di farmaci che richiedono una conservazione a temperatura controllata.
I provvedimenti attuativi della Legge Regionale prevedono un controllo dell’attività di recupero da parte delle aziende sanitarie, che inviano alla Regione una relazione annuale sull’attività di restituzione, donazione e recupero dei medicinali. L’acquisizione e la rielaborazione, da parte della Regione, dei dati sull’attività di recupero e riutilizzo inviati dalle Aziende Sanitarie, permettono di valutare le procedure di distribuzione diretta dei farmaci, riducendo “eccessi di stoccaggio” da parte dei pazienti, prevedendo anche modalità alternative di distribuzione.
È interessante rilevare come nel 2019 vi sia stato un notevole aumento del numero di confezioni recuperate attraverso il conferimento nei punti di raccolta o donazioni dirette da parte dei cittadini alle organizzazioni non lucrative. Ciò ha dato il via a iniziative di collaborazione quali quella avviata dalla Caritas di Vittorio Veneto – Conegliano e l’ULSS2 Marca Trevigiana, che hanno formulato un protocollo operativo relativo alle modalità di svolgimento degli interventi di recupero dei farmaci e loro successiva dispensazione.