La Regione è impegnata a sostenere “progetti integrati” presentati dagli enti locali al fine di elevare gli standard di sicurezza e di prevenzione nei territori. In particolare, concorre al finanziamento di sistemi tecnologici avanzati di telesorveglianza e incentivando servizi informatici per la sicurezza, la connessione con le centrali operative delle Forze di Polizia. Contribuisce inoltre all’adeguamento tecnologico e tecnico/strumentale delle Polizie Locali, anche attraverso l’acquisto di mezzi mobili e dotazioni radio compatibili con la rete radio regionale.
Sicurezza e polizia locale sono tematiche che stanno a cuore al territorio, alla Regione e ai Sindaci.
L’esigenza di essere tutelati dalle aggressioni a persone e patrimoni porta gli enti competenti ad attivare efficaci strumenti di prevenzione contro la criminalità e a tutela degli abitati; in tal senso l’incremento delle telecamere e il potenziamento del controllo di vicinato non rappresentano azioni isolate, ma rientrano in una strategia più complessiva che Regione e Comuni attuano in collaborazione con la Prefettura e le Forze dell’ordine.
Il controllo di vicinato,
sempre più diffuso nei comuni della Marca Trevigiana, funziona come testimoniano le molteplici segnalazioni che arrivano alle forze dell’ordine da parte di commercianti e cittadini che, accorgendosi di persone non note o veicoli sospetti, permettono l’intervento delle forze dell’ordine. Si tratta di uno strumento che presuppone la partecipazione attiva dei cittadini in cooperazione con le forze dell’ordine per promuovere la sicurezza urbana e la solidarietà tra i cittadini.
Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la nuova legge in materia di Polizia locale e sicurezza urbana,
un nuovo strumento normativo per rafforzare il proprio sistema di sicurezza del territorio con importanti elementi di novità e di semplificazione alla luce della nuova normativa nazionale.
I punti focali della nuova idea poggiano sull’organizzazione territoriale e funzionale della polizia locale, su politiche per la formazione, il coinvolgimento e il confronto istituzionale e sul sistema regionale di politiche integrate per la sicurezza, potenziando in questo modo gli strumenti operativi, gli organici e la professionalità della polizia locale.
Violenza contro le donne
In questi ultimi anni è stato fatto un grande lavoro di squadra per affrontare quello che non è solo un problema sanitario, ma un problema sociale (lo si è purtroppo riscontrato anche durante il lockdown).
oggi in Veneto sono attive 44 strutture antiviolenza, tra sportelli di ascolto, centri antiviolenza e case rifugi (in pratica una ogni 53 mila donne residenti).
Oltre a sostenere i centri antiviolenza la Regione ha provveduto con 109 corsi a formare oltre 3300 operatori di pronto soccorso (medici, infermieri, ostetriche, pediatri, ginecologi ma anche medici di base, farmacisti, assistenti sociali, psicologi) perché ospedali, ambulatori e presidi sanitari sono la prima ‘sentinella’ per intercettare abusi e violenze e per aiutare le donne a diventarne consapevoli e ad avere il coraggio di autotutelarsi.
Nel 2018 questi servizi hanno incontrato e ascoltato 8464 donne, quasi il doppio del 2017, e hanno preso in carico 3256 donne, 150 in più del 2018. La rete delle strutture antiviolenza in Veneto nel 2018 ha ricevuto una segnalazione o richiesta di aiuto ogni 300 donne residenti e ha preso in carico una vittima ogni 770 donne residenti.
Casa Goffredo Parise