Il Consiglio Regionale ha approvato le nuove “Norme a sostegno della natalità e della cura dei minori. Interventi a sostegno delle famiglie e della natalità”, una legge che ha l’obiettivo focalizzato sulla famiglia nelle sue varie sfaccettature. Una legge che si propone interventi e iniziative volti a sostenere e a incentivare questo nucleo che è alla base della nostra società e che, in momenti così difficili e particolari, ha bisogno di supporto e sostegno.
Un punto innovativo è l’introduzione del nuovo concetto di “fattore famiglia“: uno strumento per definire con equità le condizioni economiche e sociali delle famiglie nell’accesso ai servizi a domanda individuale, come asilo nido, centro estivo, impianti sportivi, refezione e trasporto scolastico, e ai contributi regionali.
Dal rapporto di ricerca
“Le politiche familiari della Regione del Veneto” (2015) compiuto dall’Osservatorio
della Spesa e delle Politiche Pubbliche del Consiglio regionale del Veneto e dal
Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Verona ne emergono
le caratteristiche sociodemografiche della popolazione residente oggi, in
Veneto, che possono essere riassunte in questi 8 punti:
- famiglie
sempre più ridotte nel numero medio di componenti (2,39)
- calo
dei matrimoni, che vengono celebrati in età sempre più avanzata
- aumento
di separazioni e divorzi
- aumento
dei single, in particolare nella fascia over 65 anni
- presenza
consolidata e stabile di cittadini stranieri e dei loro nuclei familiari
- diversi
tassi di fecondità tra donne italiane (1,26 nel 2013) e donne straniere (2,13
nel 2013)
- aumento
consistente della popolazione straniera nella fascia di età 0-5 anni (+ 31.675
nel 2013 rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 3-5 anni
(+17.080)
- diminuzione
della popolazione italiana nella fascia di età 0-5 anni (- 11.083 nel 2013
rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 0-2 anni (- 9.213
nel 2013 rispetto al 2003).
Inoltre, il rapporto descrive
anche le principali caratteristiche della popolazione residente nel territorio
Veneto:
• progressivo invecchiamento
della popolazione per l’allungamento della vita media ma anche per il restringimento
delle classi giovanili
• la riduzione del tasso di
fecondità (nel 2013, 1,42)
• la trasformazione e la
semplificazione delle strutture familiari.
Secondo i dati ISTAT diffusi nel 2017, le famiglie in Veneto, nel 2016, erano 2.069.049, di cui 6.001 in situazioni di bisogno e beneficiarie di contributi regionali.
LA LEGGE REGIONALE
Si prefigge
una serie di obiettivi volti alla valorizzazione delle funzioni sociali della
famiglia e all’accompagnamento della stessa dalla creazione in tutto il
percorso di crescita, alla promozione della vita fin dal concepimento e
in tutte le sue fasi, offrendo alle famiglie, e in particolare ai genitori,
sostegni economici, servizi e un contesto socioculturale idoneo per consentire
di non ridimensionare il progetto di vita familiare e realizzando e favorendo
interventi volti a prevenire e a rimuovere le difficoltà economiche, con
particolare attenzione alla rimozione degli ostacoli di ordine sociale,
culturale ed economico che impediscono le nuove nascite e la vita della
famiglia.
Una legge che
coinvolge gli attori che compongono le famiglie ma anche le istituzioni
politiche, i soggetti pubblici, gli amministratori, gli operatori dei servizi
pubblici e del privato sociale sulle politiche familiari e di temi ad essa correlati.
Una legge che
tocca a 360 gradi tutti gli aspetti della famiglia, dei suoi componenti e le
molte e complesse sfumature che la compongono.
Per
realizzare gli obiettivi, nel disegno di legge, è previsto il “programma
triennale degli interventi”, che contiene:
- gli obiettivi generali da perseguire
- le modalità
- le forme di azione
- le priorità da attuare nel triennio di
riferimento
- le strutture regionali coinvolte in tale
programma
- l’ammontare complessivo delle risorse
destinate nel triennio
- la ripartizione tra i vari interventi.
È prevista la “cabina di
regia per la famiglia” per la verifica e la valutazione degli effetti
prodotti dagli interventi previsti dal “programma triennale degli
interventi “.
La cabina è composta da: l’assessore
regionale alle politiche sociali; gli assessori regionali competenti per le
materie previste dal piano o loro delegati; il dirigente della struttura
regionale competente in materia di servizi sociali (o un suo delegato); due
rappresentanti dell’Associazione nazionale comuni d’Italia; due direttori dei
servizi socio sanitari delle Aziende ULSS; cinque rappresentanti degli organismi
di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale, individuati a cura
della struttura regionale competente in materia di servizi sociali.
I punti trattati toccano
appunto tutti gli argomenti dalla creazione fino al suo percorso di crescita e
sono:
- il nascituro è riconosciuto quale destinatario
di tutti i benefìci previsti dalle leggi regionali e attribuiti in base a
graduatorie che tengono conto del numero di figli
- è istituito un assegno prenatale al fine di
fronteggiare i costi legati alla gravidanza e le spese fondamentali nei primi
mesi di vita del bambino e viene sostenuto il potenziamento e la
riqualificazione dei servizi socioeducativi destinati alla prima infanzia.
- viene intrapreso il progetto denominato Nidi
Gratis per l’azzeramento della retta di frequenza dei servizi socio-educativi
destinati alla prima infanzia
- vengono individuate apposite premialità nei
bandi per l’assegnazione di contributi a favore di progetti per la
conciliazione degli orari dei servizi educativi per la prima infanzia del
territorio con le esigenze degli utenti dei medesimi servizi, presentati dai
comuni e-o dalle loro aggregazioni
- viene istituito un fondo a favore dei comuni che
attivano progetti verso le famiglie con figli minori di età rimasti orfani di
uno o di entrambi i genitori
- viene istituito un fondo per l’accesso al
credito, finalizzato ai bisogni primari delle famiglie monoparentali e dei
genitori separati o divorziati al fine di agevolare l’autonomia finanziaria
delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati, in
situazione di difficoltà economica
- viene previsto il potenziamento delle funzioni di
assistenza e di mediazione familiare presso i consultori familiari
- viene previsto un fondo a favore dei Comuni, in
forma singola o associata, che attivano progetti verso le famiglie con partì
trigemellari e famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro
- vengono previsti contributi agli enti locali per
le famiglie in difficoltà economiche e le famiglie numerose che avviano
percorsi sportivi a favore dei figli all’interno delle associazioni e società
sportive
- viene garantito il diritto alla bigenitorialità
dei figli minori
- viene prevista la priorità di accesso agli
interventi di natura economica sulla base del reddito ISEE
- vengono previsti protocolli d’intesa tra enti
locali, istituzioni pubbliche e private e ogni altro soggetto, diretti alla
realizzazione di reti e sistemi articolati di assistenza omogenei sul
territorio regionale a sostegno dei genitori soli, separati o divorziati
- si sostiene la valorizzazione
dell’associazionismo familiare anche mediante l’istituzione dell’elenco
regionale degli organi di rappresentanza delle famiglie
- viene prevista una certificazione di
riconoscimento familiare, alla quale aderiscono volontariamente le organizzazioni
pubbliche e private che intendono adottare standard di qualità familiare dei
servizi erogati o implementare i processi gestionali, per accrescere il
benessere familiare territoriale.
- vengono previsti gli sportelli per la famiglia,
che assicurano attività di supporto per agevolare la conoscenza delle norme e
dei provvedimenti nazionali, regionali e locali in materia di politiche
familiari e di accesso ai servizi rivolti ai nuclei familiari
- vengono promosse le alleanze territoriali per la
famiglia, reti territoriali che promuovono nelle comunità locali iniziative di
politiche attente ai bisogni delle famiglie
- viene prevista la Valutazione d’impatto
familiare, per orientare le strategie complessive di governo a sostegno della
famiglia, in considerazione della sua valenza sociale ed economica, con
particolare riguardo alla promozione della genitorialità e della natalità, in
attuazione dei principi di equità sociale, sussidiarietà, adeguatezza e a
sostegno della solidarietà familiare, con speciale riferimento alle famiglie in
cui sono presenti persone con disabilità o in situazioni di disagio.