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Empori Solidarietà Veneto, nell’ultimo anno 150.000 persone aiutate con la distribuzione di oltre 6 milioni di kg di eccedenze alimentari

Secondo il “caso Italia” 2023 di Waste Watcher International Observatory on Food and Sustainability, diffuso in occasione della decima Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, lo spreco del cibo nelle case italiane pesa 6,48 miliardi di Euro e oltre 9 miliardi pesa lo spreco di filiera, dai campi alle case.

Parlare oggi di sprechi alimentari non può che richiamare alla mente i numeri tremendi che ci ricordano quante persone nel mondo (11,7% della popolazione mondiale) soffrono di insicurezza alimentare grave, con un aumento di 207 milioni negli ultimi due anni.

Al fine di garantire a tutti il diritto all’alimentazione mediante la riduzione degli sprechi di cibo, la Regione del Veneto da diversi anni promuove il progetto della Rete degli Empori della Solidarietà, con cui si valorizza l’operato, da parte di Enti del Terzo Settore, di recupero e distribuzione degli alimenti in eccesso.

Oggi la rete è costituita da 27 gestori, per un totale di 28 empori distribuiti in 6 delle sette province del Veneto. Nel corso del 2022 hanno fornito assistenza a 150.583 persone in situazioni di bisogno grazie al recupero di 62.892 quintali di cibo in eccedenza e alla partecipazione di numerosi volontari e associazioni locali.

Il mondo che gira attorno a questa sfera della solidarietà rappresenta una delle migliori manifestazioni del nostro Veneto, per questo dobbiamo essere orgogliosi che fra le azioni messe in campo per partecipare alla battaglia contro lo spreco ci sia la solidarietà. Certamente non siamo di fronte a una risoluzione definitiva della questione della povertà, tuttavia questa è una testimonianza tangibile del significato dell’accoglienza e della generosità.

Da molti anni questo progetto fa parte delle strategie regionali per contrastare la povertà e promuovere l’inclusione sociale, offrendo in questo caso supporto a persone a rischio marginalità attraverso progetti su misura.

Nella pianificazione regionale e nel sistema integrato di interventi e servizi sociali a livello locale, il programma si rivela fondamentale affinché l’azione di solidarietà diventi anche un veicolo per garantire un’alimentazione sana e adeguata. Viene promosso in stretta collaborazione con l’organizzazione della prevenzione sanitaria e l’Arpav, quest’ultima focalizzata sugli aspetti ambientali riguardanti il riciclo e il riuso.

Gli empori rappresentano un servizio concreto ed efficace, uno strumento per individuare e sostenere le persone e le famiglie più vulnerabili. Non si limita poi alla distribuzione di cibo, ma costituisce un autentico sostegno per le fasce più deboli della comunità.

Anche nel Veneto purtroppo, accanto alle forme più conosciute di emarginazione emergono nuove situazioni di povertà che coinvolgono sempre più famiglie costrette ad affrontare da sole le proprie difficoltà. Con il supporto della rete degli empori si interviene per sostenere le persone e le famiglie assistite, attivando percorsi di inclusione sociale e agendo per ridurre le disuguaglianze sociali e prevenire l’insorgere di nuove forme di vulnerabilità.

La Regione Veneto sostiene la rete in modo determinate, l’ultimo finanziamento deliberato in modo specifico ammonta 900.000 Euro.

In questo ultimi anni la rete la rete degli empori si è sviluppata molto: dai 7 empori del 2015 si è passati ai 24 nel 2019. Nel 2020 la rete si è ulteriormente allargata a 26 Empori e nel 2021 si è raggiunto il numero attuale di 28 realtà.

Clicca qui per vedere l’elenco degli empori.

Famiglia Veneto Sonia Brescacin
Sociale

La legge a sostegno della famiglia e della natalità

Il Consiglio Regionale ha approvato le nuove “Norme a sostegno della natalità e della cura dei minori. Interventi a sostegno delle famiglie e della natalità”, una legge che ha l’obiettivo focalizzato sulla famiglia nelle sue varie sfaccettature. Una legge che si propone interventi e iniziative volti a sostenere e a incentivare questo nucleo che è alla base della nostra società e che, in momenti così difficili e particolari, ha bisogno di supporto e sostegno.

Un punto innovativo è l’introduzione del nuovo concetto di “fattore famiglia“: uno strumento per definire con equità le condizioni economiche e sociali delle famiglie nell’accesso ai servizi a domanda individuale, come asilo nido, centro estivo, impianti sportivi, refezione e trasporto scolastico, e ai contributi regionali.

Dal rapporto di ricerca “Le politiche familiari della Regione del Veneto” (2015) compiuto dall’Osservatorio della Spesa e delle Politiche Pubbliche del Consiglio regionale del Veneto e dal Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università degli Studi di Verona ne emergono le caratteristiche sociodemografiche della popolazione residente oggi, in Veneto, che possono essere riassunte in questi 8 punti:

  1. famiglie sempre più ridotte nel numero medio di componenti (2,39)
  2. calo dei matrimoni, che vengono celebrati in età sempre più avanzata
  3. aumento di separazioni e divorzi
  4. aumento dei single, in particolare nella fascia over 65 anni
  5. presenza consolidata e stabile di cittadini stranieri e dei loro nuclei familiari
  6. diversi tassi di fecondità tra donne italiane (1,26 nel 2013) e donne straniere (2,13 nel 2013)
  7. aumento consistente della popolazione straniera nella fascia di età 0-5 anni (+ 31.675 nel 2013 rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 3-5 anni (+17.080)
  8. diminuzione della popolazione italiana nella fascia di età 0-5 anni (- 11.083 nel 2013 rispetto al 2003), con valori più marcati nella fascia di età 0-2 anni (- 9.213 nel 2013 rispetto al 2003).

Inoltre, il rapporto descrive anche le principali caratteristiche della popolazione residente nel territorio Veneto:

• progressivo invecchiamento della popolazione per l’allungamento della vita media ma anche per il restringimento delle classi giovanili

• la riduzione del tasso di fecondità (nel 2013, 1,42)

• la trasformazione e la semplificazione delle strutture familiari.

Secondo i dati ISTAT diffusi nel 2017, le famiglie in Veneto, nel 2016, erano 2.069.049, di cui 6.001 in situazioni di bisogno e beneficiarie di contributi regionali.

LA LEGGE REGIONALE

Si prefigge una serie di obiettivi volti alla valorizzazione delle funzioni sociali della famiglia e all’accompagnamento della stessa dalla creazione in tutto il percorso di crescita, alla promozione della vita fin dal concepimento e in tutte le sue fasi, offrendo alle famiglie, e in particolare ai genitori, sostegni economici, servizi e un contesto socioculturale idoneo per consentire di non ridimensionare il progetto di vita familiare e realizzando e favorendo interventi volti a prevenire e a rimuovere le difficoltà economiche, con particolare attenzione alla rimozione degli ostacoli di ordine sociale, culturale ed economico che impediscono le nuove nascite e la vita della famiglia.

Una legge che coinvolge gli attori che compongono le famiglie ma anche le istituzioni politiche, i soggetti pubblici, gli amministratori, gli operatori dei servizi pubblici e del privato sociale sulle politiche familiari e di temi ad essa correlati.

Una legge che tocca a 360 gradi tutti gli aspetti della famiglia, dei suoi componenti e le molte e complesse sfumature che la compongono.

Per realizzare gli obiettivi, nel disegno di legge, è previsto il “programma triennale degli interventi”, che contiene:

  • gli obiettivi generali da perseguire
  • le modalità
  • le forme di azione
  • le priorità da attuare nel triennio di riferimento
  • le strutture regionali coinvolte in tale programma
  • l’ammontare complessivo delle risorse destinate nel triennio
  • la ripartizione tra i vari interventi.

È prevista la “cabina di regia per la famiglia” per la verifica e la valutazione degli effetti prodotti dagli interventi previsti dal “programma triennale degli interventi “.

La cabina è composta da: l’assessore regionale alle politiche sociali; gli assessori regionali competenti per le materie previste dal piano o loro delegati; il dirigente della struttura regionale competente in materia di servizi sociali (o un suo delegato); due rappresentanti dell’Associazione nazionale comuni d’Italia; due direttori dei servizi socio sanitari delle Aziende ULSS; cinque rappresentanti degli organismi di rappresentanza delle famiglie del territorio regionale, individuati a cura della struttura regionale competente in materia di servizi sociali.

I punti trattati toccano appunto tutti gli argomenti dalla creazione fino al suo percorso di crescita e sono:

  1. il nascituro è riconosciuto quale destinatario di tutti i benefìci previsti dalle leggi regionali e attribuiti in base a graduatorie che tengono conto del numero di figli
  2. è istituito un assegno prenatale al fine di fronteggiare i costi legati alla gravidanza e le spese fondamentali nei primi mesi di vita del bambino e viene sostenuto il potenziamento e la riqualificazione dei servizi socioeducativi destinati alla prima infanzia.
  3. viene intrapreso il progetto denominato Nidi Gratis per l’azzeramento della retta di frequenza dei servizi socio-educativi destinati alla prima infanzia
  4. vengono individuate apposite premialità nei bandi per l’assegnazione di contributi a favore di progetti per la conciliazione degli orari dei servizi educativi per la prima infanzia del territorio con le esigenze degli utenti dei medesimi servizi, presentati dai comuni e-o dalle loro aggregazioni
  5. viene istituito un fondo a favore dei comuni che attivano progetti verso le famiglie con figli minori di età rimasti orfani di uno o di entrambi i genitori
  6. viene istituito un fondo per l’accesso al credito, finalizzato ai bisogni primari delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati al fine di agevolare l’autonomia finanziaria delle famiglie monoparentali e dei genitori separati o divorziati, in situazione di difficoltà economica
  7. viene previsto il potenziamento delle funzioni di assistenza e di mediazione familiare presso i consultori familiari
  8. viene previsto un fondo a favore dei Comuni, in forma singola o associata, che attivano progetti verso le famiglie con partì trigemellari e famiglie con numero di figli pari o superiore a quattro
  9. vengono previsti contributi agli enti locali per le famiglie in difficoltà economiche e le famiglie numerose che avviano percorsi sportivi a favore dei figli all’interno delle associazioni e società sportive
  10. viene garantito il diritto alla bigenitorialità dei figli minori
  11. viene prevista la priorità di accesso agli interventi di natura economica sulla base del reddito ISEE
  12. vengono previsti protocolli d’intesa tra enti locali, istituzioni pubbliche e private e ogni altro soggetto, diretti alla realizzazione di reti e sistemi articolati di assistenza omogenei sul territorio regionale a sostegno dei genitori soli, separati o divorziati
  13. si sostiene la valorizzazione dell’associazionismo familiare anche mediante l’istituzione dell’elenco regionale degli organi di rappresentanza delle famiglie
  14. viene prevista una certificazione di riconoscimento familiare, alla quale aderiscono volontariamente le organizzazioni pubbliche e private che intendono adottare standard di qualità familiare dei servizi erogati o implementare i processi gestionali, per accrescere il benessere familiare territoriale.
  15. vengono previsti gli sportelli per la famiglia, che assicurano attività di supporto per agevolare la conoscenza delle norme e dei provvedimenti nazionali, regionali e locali in materia di politiche familiari e di accesso ai servizi rivolti ai nuclei familiari
  16. vengono promosse le alleanze territoriali per la famiglia, reti territoriali che promuovono nelle comunità locali iniziative di politiche attente ai bisogni delle famiglie
  17. viene prevista la Valutazione d’impatto familiare, per orientare le strategie complessive di governo a sostegno della famiglia, in considerazione della sua valenza sociale ed economica, con particolare riguardo alla promozione della genitorialità e della natalità, in attuazione dei principi di equità sociale, sussidiarietà, adeguatezza e a sostegno della solidarietà familiare, con speciale riferimento alle famiglie in cui sono presenti persone con disabilità o in situazioni di disagio.