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Turismo a piedi

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I CAMMINI VENETI

I percorsi del turismo lento in Veneto sono stati riconosciuti e tutelati dalla normativa del Consiglio regionale

Il “Veneto a piedi” regala una grande varietà di paesaggi; da un punto di vista naturalistico, la regione è caratterizzata da diversi ecosistemi naturali, si va dalle foreste di conifere delle Dolomiti ai boschi sempreverdi della costa adriatica, dal paesaggio fluviale a quello lacustre, a quello collinare. C’è anche l’aspetto storico che connota il territorio: lungo i Cammini, infatti, si alternano città artistiche e paesi che sono stati la culla di numerose civiltà. Lo possiamo definire un patrimonio culturale e ambientale che merita di essere conosciuto e scoperto come un vero tesoro.

Itinerari culturali di interesse europeo

Dal 1987 il Consiglio d’Europa ha promosso il riconoscimento dei Cammini quali itinerari culturali di interesse europeo. I Cammini sono diventati attrattori turistici rappresentando una nuova modalità di fruire il territorio e il paesaggio con le sue ricchezze architettoniche e culturali, secondo il principio della mobilità dolce. Con questa proposta normativa, vengono riconosciuti ulteriori Cammini, di interesse culturale, architettonico, paesaggistico ed enogastronomico, rispetto a quelli per cui si stanno realizzando i processi di riconoscimento dello status di itinerario culturale di interesse del Consiglio di Europa, nella convinzione che un ampliamento dell’offerta di queste particolari esperienze possa costituire una nuova attrattiva turistica e culturale. II cosiddetto turismo lento potrà creare nuove destinazioni grazie al contributo, e necessaria sinergia, tra Enti Locali e tutti i soggetti pubblici e privati interessati che operano lungo il percorso.

La normativa veneta

Il Cammino di Santiago con i suoi 300.000 pellegrini all’anno è sicuramente quello che ha solcato la strada per gli altri ma anche il Veneto può pregiarsi di avere i suoi importanti Cammini; sono itinerari di fede e di arte, di natura e di enogastronomia, che ora vengono tutelati da questa legge regionale. Approvato all’unanimità dalla commissione cultura del Consiglio regionale, il progetto è stato approvato in aula martedì 21 gennaio per il voto definitivo. Sicuramente è importante riconoscere, valorizzare e promuovere i percorsi già codificati e gli altri ancora in fase di progettazione con la certezza che il sostegno al turismo lento sia un modo per far conoscere i piccoli borghi e la loro economia locale.

Al centro della nuova normativa, che vede in Roberto Ciambetti, primo firmatario e promotore del Pdl 432, approvato martedì 21 gennaio in Consiglio, c’è la costituzione della Rete dei Cammini Veneti, di cui potranno far parte gli itinerari culturali riconosciuti dal Consiglio d’Europa, i percorsi interregionali accreditati dal Ministero dei beni culturali e i tracciati individuati dalla Regione, che entro sei mesi dall’entrata in vigore istituirà un apposito registro. La disciplina prescrive che enti locali, associazioni e consorzi garantiscano l’accessibilità ai tragitti e curino le relative attività di promozione, informazione, comunicazione e animazione turistica. Fabbricati rurali e immobili non utilizzati da almeno cinque anni, anche di proprietà regionale, potranno essere usati come punti di sosta e di ristoro. Quanto alla dotazione finanziaria, per il 2020 sono previsti 300.000 euro per gli interventi di ricognizione, individuazione, segnalazione, manutenzione, ripristino e collegamento dei Cammini, più altri 200.000 per le iniziative mirate alla conoscenza e alla fruibilità da parte dei turisti.

I TRACCIATI

In questa prima fase, la Regione ha censito e pubblicizzato sei tracciati già battuti noti da secoli ma ancora sconosciuti per molti viaggiatori. Il viaggio a piedi ha varie peculiarità ma prima di tutto quella della lentezza che permette di apprezzare e assaporare l’ambiente e i luoghi che si calpestano con i propri passi. La scelta di intraprendere questo tipo di viaggi può essere spinta da varie motivazioni come il desiderio di una ricerca spirituale, dalla voglia di fare scoperte storiche o di immergersi in paesaggi naturali o letterari.

  1. La Via Claudia Augusta

Ripercorrendo l’antica strada romana che collegava Germania, Austria e Italia, la Via Claudia Augusta si snoda dal Danubio all’Adriatico per 600 chilometri, con una biforcazione al suo approdo a Nordest: all’altezza di Trento, un ramo scende verso il Po fino a Ostiglia attraversando la valle dell’Adige, mentre l’altro punta al mare giungendo fino ad Altino.

  1. La Via Romea Germanica

Antica è l’origine anche della Via Romea Germanica, 1022 chilometri dal Brennero a Roma, che dopo aver solcato l’arco alpino entra in Veneto dalla Valsugana e attraversa la pianura costeggiando la fitta rete di fiumi e canali, un tempo navigabili, che scorrono tra Bassano del Grappa, Padova e Rovigo.

  1. La Romea Strata

Ripristinando la trama di rotte che nel Medioevo portavano ai luoghi santi, la Romea Strata si articola a livello veneto in cinque cammini:

La Romea Annia: 278 chilometri da Concordia Sagittaria a Badia Polesine

La Romea Vicetia: 140 chilometri da Rovereto a Montagnana

La Romea del Santo: 50 chilometri da Bassano a Padova

La Romea Postumia: altri 50 chilometri da Verona a Vicenza

La Romea Porciliana: 55 chilometri da Verona a Montagnana

  1. Il Cammino delle Dolomiti

Feltre è invece il punto di partenza e di arrivo del Cammino delle Dolomiti, un anello lungo 500 chilometri che si infila nella quiete della montagna bellunese, toccando punti simbolici per la vita di tre Papi: a Canale d’Agordo sorge la casa natale di Albino Luciani, mentre Lorenzago di Cadore è stato amato e frequentato sia da Karol Wojtyla che da Joseph Ratzinger.

  1. Il Cammino di Sant’Antonio

Sono 22 le tappe che, nella sua interezza, scandiscono il Cammino di Sant’Antonio: 431 chilometri da Camposampiero o da Venezia fino agli Appennini, ricompiendo a ritroso i passi mossi dal frate per andare a evangelizzare le genti dell’Italia settentrionale. Una versione ridotta, pari ai 24 chilometri che vanno da Camposampiero a Padova, costeggiando il santuario dell’Arcella e approdando alla basilica del Santo, ripropone l’ultimo pellegrinaggio effettuato dal predicatore ormai morente, su un carro trainato dai buoi il 13 giugno 1231.

  1. Il Cammino Fogazzaro-Roi

Tutto vicentino è il Cammino Fogazzaro-Roi, 80 chilometri da Montegalda a Tonezza del Cimone, destinato a omaggiare i luoghi dello scrittore-senatore Antonio Fogazzaro e del pronipote-diplomatico Giuseppe Roi, fra pievi, borghi e ville venete dichiarate patrimonio Unesco.

La volontà del Consiglio regionale è quella di permettere anche ad altri percorsi di iscriversi al registro. Come il Cammino da San Marco a San Marco, che ogni anno porta il gonfalone dall’omonima piazza di Pai di Sopra, sul Garda, alla celebre basilica di Venezia. Oppure l’itinerario Cammino del Marin Sanudo, minuziosamente descritto dal diarista veneziano che nel 400 girò in un lungo e in largo nei territori della Serenissima. E, perché no, la Via di San Martino, un progetto europeo che da Budapest ad Albenga tocca tutte le località venete legate alla figura del vescovo.